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— Rimbambito a me? Sciocco presuntuoso.... villan rifatto.... serpicina riscaldata, per amor di Dio, dai nostri signori...

— Ohè, dico, mastro Bernardo, non mi spandere il vino; e’ sarebbe peccato mortale! — gridò il Picchiasodo, affannandosi a rimettere in equilibrio il vassoio, che andava di qua e di là, secondo i movimenti impetuosi del vecchio stizzito.

— .... E v’hanno tirato su, — proseguiva mastro Bernardo, montando in furore, — vi hanno rimpannucciato, messo all’onore del mondo, perchè vi crescesse la superbia fino al punto di.... Ma vedete un po’ l’ambizione! Credersi degno di sposare la figlia del marchese!... Un vassallo!... un servitore! Andate là, messer Giacomino; io sarò un vecchio rimbambito, ma voi....

Messer Pietro gli troncò il filo dell’invettiva. Ed era tempo; chè Giacomo Pico faceva già l’atto di correre colla spada addosso all’ostiere.

— Orsù, smetti, alla croce di Dio, — gridò messer Pietro, — e lasciaci aggiustare le nostre faccende come ci aggrada. —

A quelle parole di messer Pietro, l’ostiere chinò la fronte raumiliato.

— Magnifico signor conte.... — diss’egli; — voi lo volete; obbedisco. Quanto a voi.... —

E qui mastro Bernardo, che avea rivolta l’apostrofe al Bardineto, fece un gesto di minaccia, che doveva mostrare a Giacomo Pico com’egli, mastro Bernardo, non fosse per menargli buona così presto la sua pazza sfuriata.

Il Picchiasodo finì di chetarlo.