Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 67 — |
E gli prese in quel punto una maledetta voglia di buttarsi al pettorale del palafreno, di rovesciare il cavaliere e di finirlo d’un colpo.
La via era stretta, e, per andar oltre, con quell’intoppo dei due sopraggiunti, a messer Pietro convenne di spronare il cavallo e farsi innanzi da solo.
Il Bardineto lo divorava degli occhi. Era bello, messer Pietro, ed ilare in volto; due cose che lo rendevano uggioso a quell’altro.
Senza por mente all’effetto che cagionava la sua presenza, messer Pietro, cortese per consuetudine di gentiluomo e più ancora per la contentezza del momento, nell’atto di cansarsi col suo palafreno dai due viandanti, fece un gesto a mo’ di saluto, che certo credeva gli fosse ricambiato in quel punto.
Frattanto, Giacomo Pico, innanzi che il Sangonetto potesse indovinare le sue intenzioni e trattenerlo, si faceva in mezzo alla strada e, afferrando lo redini del cavallo, salutava il suo avversario con queste parole:
— Messer cavaliere, mi consentite voi pochi istanti di colloquio? —