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l’assedio del Borgo, madonna Bannina e tutte le donne della sua nobil famiglia, tra le quali la bella Nicolosina, furono mandate in libertà e accompagnate alle Màllare, donde andarono a ricongiungersi col marchese Galeotto a Millesimo. Dopo la resa, anche il conte di Cascherano fu libero di andare a pigliarsi la moglie e di ricondursi seco lei al suo castello di Osasco.

Inoltre (e questo io l’ho di buon luogo, sebbene non ne faccia motto il Filelfo) Anselmo Campora, che si ricordava de’ suoi amici, faceva rimandare a casa sua il povero mastro Bernardo; e messer Pietro Fregoso diede anche in regalo a lui e al Maso un bel gruzzolo di monete; colle quali i nostri due amiconi rinnovarono i mobili, l’insegna e la cantina, nell’osteria dell’Altino.

Insieme collo zio Bernardo e colla zia Rosa, si era ritirata all’Altino la Gilda, non più pazza, nè scema di mente, come da principio si temeva, ma assai giù dello spirito pei casi gravissimi che l’avevano afflitta, e quasi esangue per una grave infermità che da tanta commozione le era seguita. Dal tempo e dall’amor vigilante de’ suoi, aspettiamo il rimedio efficace ai mali della Gilda, della più leggiadra ragazza del Finaro, ora che madonna Nicolosina è andata ad abbellire di sua presenza il castello di Osasco, sfuggendo al nostro tema e, come potete immaginare, anche alla nostra attenzione.

Il marchese Galeotto, poi ch’ebbe peregrinato qua e là in cerca di aiuti, e risaputo con suo grave rammarico della morte di Bannina, avvenuta a Millesimo in quel tempo che i genovesi entravano padroni nel