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Il Maso alzò gli occhi al cielo, donde si fanno venire le cattive ispirazioni, come le buone.

— Eccomi qua! diss’egli di rimando.

E poste le palme contro le reni al nemico, gli dette un spianta gagliarda, che lo fe’ andare a capo fitto nel pozzo.

— Tocca ora la secchia! — soggiunse. — Io tocco il cavallo. —

E lo toccò daddovero e lo fe’ parere l’ippogrifo di Ruggero, quantunque e’ non foss’altro che il modesto cavalluccio di san Francesco. Avea l’ali alle piante; saliva su per la collina, veloce come un ramarro, e non c’era pericolo che si voltasse indietro, per dare uno sguardo allo steccato di Pertica, e un saluto a quella baracca, nella quale aveva mangiato e bevuto per quattro.

— Gratitudine di ventre satollo! — doveva dire il Picchiasodo, più tardi.