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un ambizioso di tre cotte, che volentieri rammentava le sue prodezze e i suoi alti servigi alla gente. Eglino han dunque da credere che in questa ritrosia del Bardineto ci entrasse un avanzo d’amarezza, o un bieco disegno formato in mente pur dianzi, o tutt’e due le cose in un punto.

De’ suoi amori colla Gilda nessuno avea fumo. La poveretta sfioriva ad occhi veggenti, e madonna Nicolosina argomentava che ne fosse cagione la sua fiamma nascosta o sventurata per Giacomo; ma perchè non sapeva come aiutarla in cotesto, o neanco poteva entrargliene a fine di conforto amorevole, perchè da un pezzo l’ancella stava un po’ grossa con lei quanto il grado e l’ufficio suo consentivano, la bella e pietosa Nicolosina non si era animata a dir nulla.

Il fatto si era che la Gilda, non pure serbava rancore contro la sua signora per aver dato un giorno negli occhi al suo Giacomo, ma sentiva altresì vergogna e rimorso della propria caduta e non si vedeva abbastanza amata da lui, che voleva tener coperto di un velo sì fitto ciò ch’ella avrebbe volentieri mostrato alla luce del sole. Il che, per altro, va inteso con discrezione; imperocchè, se a lei, la più parte del giorno, quando non era vicina al suo Giacomo, pareva di non essere amata in quella guisa che pure avrebbe voluto e che sentiva di meritare, in altr’ora i segreti colloqui, i giuramenti e gli ardori di Giacomo, aveano potere di ridarle la speranza e la vita. Questa è debolezza insieme e virtù della donna, tanto migliore e più scusabile di noi, capricciosi e violenti rapitori della sua pace, quando non siamo a dirittura brutali. E il Bardineto soleva riconfortare la