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anche detto dell’altro, poteva soggiungere il perchè e il percome della sua ammirazione per lei. E poi, e poi, bisognava saper le cagioni della sua venuta al castello; bisognava intendere che dubbi gli avesse fatti nascere in mente l’apparizione di quella divina creatura; bisognava capire come gli fosse mestieri di chiarirli senza indugio; indi, se proprio era il caso, dargli biasimo del suo ardimento.

Imperocchè, già s’indovina, il giovinotto si disponeva a fare qualche cosa d’insolito. Era stato in forse, aveva titubato un istante; ma il desiderio aveva soverchiato la ragione, e si era mosso per tener dietro a madonna. Ella forse dal canto suo si aspettava cotesto; senza volerlo, senza avvedersene, aveva rallentato il passo. Arcani del cuore!

— Perdonate! — disse il giovine, inoltrandosi verso di lei.

La fanciulla si volse, cortese in atto, a guardarlo, aspettando che proseguisse. E così fece egli, dopo un istante di pausa, mettendo nelle sue parole tutto il dolce che seppe.

— Madonna, è audacia senza pari la mia; fo male a trattenervi in tal guisa; ma siete così bella! —

Un amabile rossore tinse d’improvviso le guancie della giovinetta, che fu confusa, non adontata, da quelle inaspettate parole. Tanto è vero, dopo tutto, tanto è vero quello che dicon gli sciocchi, che certi omaggi non tornano mai sgraditi alle donne! ma intendiamoci, purchè non siano buttati là da uno sciocco, e con sguaiata maniera.

— Non vi offendete, vi prego; — incalzò il giovine tendendo le mani in atto supplichevole. — Ho a chie-