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Per altro, se madonna Nicolosina aveva il cuore ben fatto, era anche d’animo riguardoso e severo. Epperciò, data una fuggevole occhiata al forastiero e involontariamente pensato ciò che vi ho detto, raccolse modestamente la ciglia a terra, mentre la sua bionda testolina accennava ad un mezzo saluto.

Questa era cortesia necessaria, in risposta ad un leggiadro inchino del forastiero. Il quale, del resto, nel curvare la fronte, non abbassò altrimenti le ciglia, ma le tenne alte, ferme, diritte su lei, come quegli che non volea perdere nulla di quella rara veduta.

Ho detto che madonna Nicolosina era bellissima tra le belle. Di lui v’ho raccontato pur dianzi. Aggiungo per ambedue, che mai sulle porte del paradiso si scontrò una coppia d’angioli più leggiadra di queste due creature umane, ravvicinate dal caso su per le scale del castello Gavone.

Che fanno gli angioli, allorquando s’incontrano per via? Spiriti d’amore, debbono sentirsi fratelli, vedersi assai volentieri l’un l’altro e dirselo cogli atti, se non colle parole, a vicenda. Forse (e qui un povero profano par mio non può far altro che ragionare in via d’induzione) si toccano leggermente, sfiorano col sommo delle ali la casta dolcezza d’un bacio.

Ma là non erano angioli, bensì due figliuoli degli uomini, con tutti i riguardi, con tutti i vincoli, con tutte le noie, che un cerimonioso costume e una puntigliosa morale, detta con giusto rappicciolimento etichetta, impongono ai bistrattati nipoti d’Adamo. Ed ecco perchè madonna Nicolosina, abbassò gli occhi facendo un mezzo saluto al forastiero, ed egli, dopo aver fatto un inchino, si tenne rispettosamente indie-