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l’orario, a cui deve sempre corrispondere un orologio ben regolato. Io ho conosciuto dei gentiluomini, i quali, per giungere in punto, nè un minuto prima, nè un minuto dopo, ad un geniale ritrovo, si adattavano a far sosta nei portoni delle case in cui erano invitati. Il bel mondo ha le sue leggi, e riesce a farle rispettare, senz’altra sanzione, fuor quella del ridicolo, che si rovescia sul capo ai miseri trasgressori. Si contraffà spesso e volentieri alle leggi dello Stato, e s’incorre nella multa, e si va anche in prigione; ma non c’è caso che con animo deliberato si venga meno alle leggi del mondo elegante. Passare per ignoranti in materia di consuetudini! Oh no; troppo grave è la pena.

In un quarto d’ora, sempre con l’orologio alla mano, le sale di casa Morati erano piene di gente. Piene, intendiamoci, non già stipate per modo da impedire il movimento dei gomiti. Questi pigia pigia si lasciano volentieri ai balli prefettizi e di Corte, dove bisogna invitare tutto il mondo ufficiale e titolato, senza pregiudizio di quei sollecitatori di biglietti