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segretario, non c’è caso che tu lo senta ragionare di queste miserie. Come è giovane, mio padre! E loro, invece, è una pietà doverli sentire. Se ti parlano di musica, lo ricordi? non fanno che sentenziare brevemente, asciuttamente, tra la tedesca e l’italiana, come se ci fossero due musiche, separate e distinte fin dalla nascita. Se ti parlano di letteratura, non li senti far altro che condannare ogni idealità, bollandola con una parola di disprezzo: retorica! Un nobile entusiasmo non è, infatti, che retorica; un impeto di passione è falsità, poesia introdotta a forza nel linguaggio comune, offesa alla serenità di quella lastra fotografica che è l’arte. E se tu ardisci fare una piccola osservazione, ti lasciano dire, perchè sei donna, ma ti guardano in viso con aria gentilmente canzonatoria, come se fossi incapace d’intenderle, quelle nuove ragioni dell’arte. E fumano, poi, come vulcani, e mangiano molto e ballano poco.

A teatro, i famosi giudici delle due scuole musicali, quando c’è l’opera, sonnecchiano nelle loro poltrone, o vanno a chiacchierare