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quando mi ci sarò ben divertito, — continuò il conte, mutando il sospiro in un mezzo sbadiglio, — non saprò più che fare, nella mia beatitudine. Ah, Giovanna, perchè non siete voi... la moglie di un altro? Vi farei una corte spietata, e non senza qualche speranza.

— Vi ringrazio del buon concetto che avete di me.

— Si scherza. Ma, dopo tutto, essendo io l’aspirante.... Vedete che il rischio non è tale da spaventarmi. Siete bella, Giovanna, avete una testa da imperatrice, e, per andare fino in fondo, il primo piedino dell’universo. Ma non siete più sola, badate!

— Che cos’è quest’altra stravaganza? — domandò la contessa, seccata da quei discorsi sciocchi, ma non potendo tuttavia trattenersi dal ridere.

— Eh, vorrei che lo aveste veduto, come l’ho veduto io questa mattina, in via Sallustiana. Un piedino, che pareva il vostro! Non andate in collera, mia dolce amica. Ammirandolo come ho fatto, non son venuto meno