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conosciuto i Castelbianco in qualche società e portato al palazzo della contessa due biglietti di visita, erano stati ricambiati da un biglietto di visita del conte. Le amiche e nemiche intime di Giovanna, quasi sarebbe inutile il dirlo, accorrevano tutte, e, sebbene non ci fosse la pretesa di un ballo, ci andavano in grand décolleté. Dico la cosa in francese, perchè non c’è in italiano, e se c’è, non mi piace trovarla.
I Castelbianco si erano alzati da tavola, e la contessa si muoveva per andare nelle sue camere ad abbigliarsi, mentre il conte aveva accennato all’idea di dare una corsa fuori di casa.
— È sperabile, — notò la signora, — che non farete stasera come l’altro martedì, e non andrete al vostro eterno circolo.
— Non andrò; — disse il conte, sospirando.
— Capisco, per voi è un sacrifizio rinunziarci; — replicò la signora.
— Che dite, mia dolce amica? Mi ci diverto, in casa, mi ci diverto un mondo. Ma