Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/61


— 53 —

non dovrebbero aver valore che quelli di banca. Non si fa un consiglio d’amministrazione di miniere, di strade ferrate, di vapori e via discorrendo, che non ci mettano una mezza dozzina di corone. Non fanno nulla; ne ho sentiti io che dicevano cose... dell’altro mondo; ma non importa, ci stanno bene, decorano. Ed anche nelle livree, senti, una corona non guasta.

— Che follìe! — esclamò il Gonzaga.

— Follìe! — Lo dici tu, che ritorni dall’India. Ma il nostro mondo occidentale è fatto così; prendiamolo com’è. —

Il vecchio Gonzaga stette alquanto sopra di sè; poi disse, con accento malinconico:

— Arrigo, Arrigo, sei tu che parli così? La nobiltà del sentire e dell’operare, quella è la vera. Anch’io amo i bei nomi.... quando sono portati bene da non degeneri nipoti. Ma poi, vedi, la penso come Isocrate. Ti parrà strano che io venga dall’India per citarti Isocrate; ma non ti stupire, è un ricordo di scuola. Per Isocrate, adunque, la nobiltà risiedendo tutta nel capostipite e derivando da lui, va-