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panellata all’uscio di casa ruppe il filo del discorso di Arrigo.

— Diamine! — esclamò lo zio Cesare. — Ecco un altro importuno.

La maliziosa figura di Happy comparve poco stante sul limitare.

— Il signor conte Morati di Castelbianco; — disse il servitore, tirandosi da un lato.

Arrigo si era prontamente alzato.

— Perdonami, zio; — diss’egli inquieto; — proseguiremo il nostro discorso più tardi.

— O lo incominceremo; — commentò lo zio; — perchè finora non mi avevi detto nulla. —