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ma più sicura, e con miglior compagnia. Perdonami la franchezza.

— È la tua opinione; — rispose Arrigo, inchinandosi, — ma non è egualmente il tuo esempio. Sicuro: che cosa hai fatto tu, mio ottimo zio? È forse lo studio delle leggi, son forse i libri, che ti hanno dato ricchezze e buon nome per giunta?

— Non parliamo di me; io le ho fatte grosse.

— Parliamone, anzi. Ti sei accorto un giorno di avere sprecata la tua giovinezza e le tue sostanze in parecchie follìe....

— Tra le quali un paio di guerre per l’indipendenza del mio paese; ti prego di metterle in conto; — interruppe il Gonzaga.

— Ci venivo dopo, — replicò Arrigo prontamente, — e volevo anche aggiungere una pena di cuore....

— Lascia stare, non frugar nelle ceneri! — gridò il vecchio, turbato.

— Perdonami, zio; me ne aveva fatto cenno mia madre. Infine, ecco qua: io, ammaestrato dagli esempi della tua prima giovinezza e non avendo più nobili follìe da commettere,