Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/297


— 289 —

— Voglio saper tutto! — gli disse. — Ho acquistato il diritto di pretendere da voi una confessione sincera.

— È una storia breve: — rispose il Gonzaga. — Ho amato vostra madre, come si doveva amarla, con tutte le forze dell’anima. E l’ho fuggita, vedete, l’ho fuggita, mentre stava in me di ottener la sua mano, a preferenza d’ogni altro. Vostro padre era già ricco, ed io no, o ben poco a paragone di lui. Ma il padre di quella donna mi era debitore di molto... della vita e dell’onore di uno de’ suoi. Siate mio figlio, mi aveva detto; non ho che un tesoro ed è vostro. Io avevo veduto la figlia di quell’uomo; e mi ero acceso d’amore, e, sperando di essere amato, mi ero fatto stimare. Un giorno, Andrea Manfredi, l’amico mio, il mio fratello d’armi, mi bisbigliò il suo dolce segreto: Cesare, amo una donna. Anch’io, gli risposi. E parlavamo spesso dei nostri amori, delle nostre speranze, delle nostre gioie future, in mezzo alle fatiche del campo, nei brevi riposi della notte, nelle marce forzate, a Velletri, tra i fumi della vittoria, a