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ciono punto punto. Io amo soltanto chi ha sentito, combattuto e sofferto, chi nelle prove dolorose della vita non ha logorato il cuore, chi negli occhi limpidi mostra l’anima sua, giovane sempre, perchè eternamente buona. —
Cesare Gonzaga ascoltava, meditando ogni parola, vedendo la sua triste vita riflessa in quelle frasi, che la compendiavano, indovinandola quasi con tanto intelletto d’amore. E guardava, ascoltando, e sorrideva, e sentiva dentro di sè qualche cosa d’insolito, come un antico e pur mo’ rinnovato desiderio di piangere.
— Ero bambina inesperta, — riprese Gabriella, — e già si diceva davanti a me che voi eravate un uomo singolare, valoroso in campo, mite e modesto negli usi della vita quotidiana, amico sincero, infine, e, per farvi il ritratto in due parole, un’anima eletta. Si aggiungeva che voi avevate compiuto un atto eroico, partendo dall’Italia, sacrificando il presente e il futuro, rinunziando alle più care speranze, alle più giuste ambizioni. La vostra medesima lontananza, anche quando