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XVII.


Gabriella aspettava e sorrideva. Era sicura di vincer lei, la bella e forte fanciulla. Non amava Arrigo il savio; amava Cesare, il generoso, Cesare il buono, Cesare il grande. Non gliel avrebbe detto, no, glielo avrebbe lasciato indovinare; ma se egli non si fosse apposto al vero, se egli non avesse inteso l’animo della sua candida interlocutrice, tanto peggio per lui! sarebbe stato Cesare... il semplice.

— Signorina... — incominciò egli, venendo a sedersi daccanto a lei.

— Mi chiami Gabriella, e mi dia del tu, come ha proposto mio padre, e come desidero io; — diss’ella, con accento dimesso.

— Non oserò mai; — rispose il Gonzaga.