Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/284


— 276 —

— C’è del vino di Porto, che piace tanto al signor cavaliere; — disse Happy.

— Anche il Porto è buono; — sentenziò il dottore. — Lo assaggerò anch’io, quantunque non abbia fatto colazione. —

Il dottore apparteneva alla scuola moderna dei corroboranti; una scuola che ha i suoi pregi, come li hanno i corroboranti medesimi, e in particolar modo i noetici. Non so se mi spiego.

— Veda, signor marchese; — disse il savio chirurgo; — non c’è nulla di grave. La palla ha colpito l’omero, tra il deltoide e il bracciale anteriore. È entrata di qua, è escita di là, forse rasentando la scapula. Il braccio era alzato; i muscoli tesi hanno fatto resistenza; la palla, seguendo l’indole di tutti i corpi sferici, ha dovuto deviare, davanti all’ostacolo. Il ferito è sano, di buona complessione; vasi sanguigni importanti offesi non ce ne sono; sarà un affare di poco. Non è vero, cavaliere? Tra dieci giorni andiamo a fare una scarrozzata insieme.

— Magari fra cinque; — rispose Arrigo, sorridendo.