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— C’è del vino di Porto, che piace tanto al signor cavaliere; — disse Happy.
— Anche il Porto è buono; — sentenziò il dottore. — Lo assaggerò anch’io, quantunque non abbia fatto colazione. —
Il dottore apparteneva alla scuola moderna dei corroboranti; una scuola che ha i suoi pregi, come li hanno i corroboranti medesimi, e in particolar modo i noetici. Non so se mi spiego.
— Veda, signor marchese; — disse il savio chirurgo; — non c’è nulla di grave. La palla ha colpito l’omero, tra il deltoide e il bracciale anteriore. È entrata di qua, è escita di là, forse rasentando la scapula. Il braccio era alzato; i muscoli tesi hanno fatto resistenza; la palla, seguendo l’indole di tutti i corpi sferici, ha dovuto deviare, davanti all’ostacolo. Il ferito è sano, di buona complessione; vasi sanguigni importanti offesi non ce ne sono; sarà un affare di poco. Non è vero, cavaliere? Tra dieci giorni andiamo a fare una scarrozzata insieme.
— Magari fra cinque; — rispose Arrigo, sorridendo.