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tiluomini che gli si pararono dinanzi, e chiese loro di volerlo servire in una quistione d’onore.
— Con chi l’hai? — gli domandarono.
— Col cavaliere Valenti. Vi prego di andar subito a casa sua, per portargli la sfida.
— Non occorre andar tanto lontano; — risposero quelli. — Il Valenti è entrato poc’anzi, ed è nella sala d’armi a colloquio con due altri, forse per la stessa ragione.
— Tanto meglio! — disse il Guidi. — Andate dunque di là. Voglio un combattimento ad oltranza. Stamane, per un riguardo a certe persone, mi son mostrato corrivo a far pace con lo zio. Ora il nipote ha da pagare per due. —
Mentre queste cose accadevano di fuori, Cesare Gonzaga, rimasto nel salotto dei Manfredi, girava inutilmente gli occhi di qua e di là, cercando il nipote. Certo, conoscendo l’indole di Arrigo, l’ultimo pensiero che gli potesse venire, anzi l’unico che non gli dovesse venire affatto alla mente, era quello di un suo alterco col Guidi. Egli sospettò invece che il suo caro nipote, sconcertato dal rifiuto di Gabriella, avesse fatta la insigne sciocchezza di