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che lui, e si avviò per le scale sui passi del conte. Quell’altro se lo era veduto benissimo alle calcagna; ma a tutta prima non ne avea fatto caso, credendo che si trattasse di una combinazione fortuita. Ma dovette ricredersi nell’atto di escire sulla via, quando Arrigo Valenti, affrettando il passo per raggiungerlo, gli disse:

— Signor conte, avrei qualche cosa da chiederle.

— Parli, sono a’ suoi ordini; — rispose egli, assumendo tosto un’aria di cerimonia.

— Poc’anzi, — riprese Arrigo, — una donna ch’ella ha accompagnata in casa Manfredi....

— Una signora, non una donna; — interruppe il conte Guidi; — la prego di correggere.

— È giusto; — rispose Arrigo, dopo un istante di pausa. — Non era mia intenzione di venir meno al rispetto che a quella dama è dovuto. La signora, adunque, passandomi daccanto, non so per qual cagione di sdegno contro di me, mi ha detto: vile. —

Il conte Guidi, che si era fermato a guardare il suo interlocutore, ascoltando pazien-