Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/273


— 265 —

un’occhiata sdegnosa, rise e gli gittò sul volto una frase, che sibilò come un colpo di frusta:

— Siete un vile!

— Signora!... — disse Arrigo, sbalordito.

— Siete un vile! — riprese ella, incalzando. — Volete che vi schiaffeggi qui, alla presenza di tutti? —

Arrigo si ritrasse ancora, chinando la testa, e si allontanò prontamente da lei.

Cesare Gonzaga aveva veduto l’incontro e indovinato facilmente uno scambio di parole aspre fra i due. Avvicinatosi al nipote, mentre la contessa stringeva la mano al senatore Manfredi, gli disse:

— Che è stato? Che cosa ti ha detto la contessa?

— Nulla, zio, nulla; parole amare, sciocchezze da non farne caso. —

E fremeva, parlando così, e guardava sempre intorno a sè, come cercando qualche cosa. La contessa, frattanto, era partita, e poco stante, fatti i suoi saluti alla signorina Manfredi, anche il Guidi si mosse per uscire. Arrigo lo seguì in anticamera, indossò il pastrano an-