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— Appunto per questo. Ho già ricevuto lettere, da questa mano, molto tempo fa. E dopo che non ne ho più ricevute io, ne avrà ricevute un altro. Ah, ecco! — esclamò Arrigo, che aveva finalmente trovata la via. — Ma in verità, sarebbe una cosa orribile. Lui?

— Chi? — disse il Gonzaga. — In nome di Dio, chi sospetti che sia?

— Orazio; — mormorò il Valenti. — Ma la ragione di far ciò? Io non la vedo. Un amico!...

— Al quale hai ricusato ieri cinquemila lire, in un momento difficile.

— Non gliele hai imprestate tu, zio? e senza ricevuta?

— Non è la stessa cosa, — disse il Gonzaga. — Ad ogni modo, se il tiro viene da lui, il signor Ceprani è un tristo soggetto.

— Io non l’ho mai avuto per uno stinco di santo; — ripigliò Arrigo Valenti. — L’ho sempre speso per quel che valeva, e niente di più. Ma lasciamo stare il Ceprani. Tu restituirai ora la tua stima a quel povero Guidi?

— Non vedo la necessità di correr tanto; quantunque veda quella di ritornare di là, in