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— Ieri sera siamo andati insieme alla stazione, — incominciò il nuovo personaggio, — perchè Arrigo l’aspettava col treno serale. Ma ella non c’era, e il mio amico ne fu dolentissimo. Si figuri! Egli, per solito così calmo, era proprio fuori di sè. Ma io ora l’annoio, con questi discorsi.

— No davvero; prosegua; mi fa anzi piacere, signor....

— Orazio Ceprani, per obbedirla.

— Onoratissimo! — ripigliò il Gonzaga, facendo l’inchino d’obbligo. — Mi fa piacere sentire da lei che Arrigo mi ama. Non ho più che lui, di parenti, e quando mi ha scritto che aveva bisogno di me, si figuri, mi sono augurato un bel paio d’ali. Ma il vapore non è l’elettrico. Avevo anche qualche faccenda di campagna da assestare, e mi passò la giornata.

— Ella abita sul Reggiano?

— Alle Carpinete, si figuri, nei dominii della contessa Matilde. Ritornato da tre mesi in Italia, ho subito trovato da comperare un podere. Un po’ lontano da casa mia: ma che