Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/258


— 250 —

di corse, di tiri al piccione, di cacce alla volpe, e d’altre mode d’oltr’Alpi. Gabriella è classica, e non ama gli usi nè le parole straniere. —

Il conte Guidi stava per mettersi all’opera, quando giunsero il signor Cesare Gonzaga e il cavaliere Arrigo Valenti. Lascio pensare a voi come fosse contento quest’ultimo, di trovarsi faccia a faccia con la signora di Castelbianco.

— Perdio! — mormorò egli all’orecchio dello zio. — La prima ispirazione era la buona. Non avrei dovuto venire.

— Che diavolo dici tu ora? — rispose il Gonzaga. — Guaio per guaio, meglio incontrarla qui, fra tanta gente, che altrove, a quattr’occhi. Sta saldo, ragazzo, e mostrati cortese, mi raccomando. —

Egli stesso sarebbe corso ad ossequiare la signora contessa. Ma prima, poichè gliene veniva il destro, volle chiedere certe notizie ad Andrea, che per il momento non aveva nessuno alle costole.

— Ebbene, hai parlato alla nostra cara Gabriella?