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— E che cos’hai contro quell’altro? Ti spiace tanto?
— Mi è indifferente. Mi pareva meglio la prima volta che l’ho veduto; ma poi, a sentirlo parlare, col suo scetticismo, coi suoi calcoli eterni, con la sua serietà d’apparato, che vuoi? mi è scaduto. Quello lì è un giovane... vecchio.
— E tu preferiresti un vecchio... giovane.
— Il signor Gonzaga non è vecchio; — replicò Gabriella, girando la difficoltà.
— Torniamo sempre lì! — conchiuse il senatore Manfredi. — Insomma, bambina mia, farai quel che vorrai. Cesare Gonzaga è il mio migliore amico, anzi fratello. Spero che con la tua risposta non vorrai dargli dispiacere, e se proprio hai da dirgli di no, lo farai con buona grazia, senza ch’egli abbia a dolersi di me, nè di te.
— Il modo di fargli intendere che gli vogliamo bene lo avrei; — rispose Gabriella. — Ma tu non la intendi così. Gli parlerò dunque come il cuore m’ispirerà, pensando alla vostra antica e leale amicizia e alla stima gran-