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— Pazzerella! Si parla di un’altra personcina, che mi pare poco disposta ad ascoltare i consigli dell’anonimo e le domande del cavaliere Valenti. Non è così?

— Sai, babbo? Io sto così bene, con te! Ti dà noia il tenermi in casa?

— No, davvero; ma pur troppo ha da venire il giorno che io debba lasciarti andar fuori.

— Non parliamo di quel giorno; ci sarà tempo.

— Capisco; — disse ridendo il Manfredi. — Non trattandosi dello zio, rimani volentieri in casa del babbo.

— Come sei crudele! — esclamò la fanciulla. — Ho detto che se il signor Cesare mi avesse parlato, col tuo permesso, lo avrei ascoltato. Non debbo io obbedirti?

— Sicuro; ma egli, col mio permesso, ti parlerà per un altro. Che cosa gli risponderai?

— Gli risponderò che son troppo giovane, ma che tu, del resto, disponi della mia volontà. E siccome tu, della mia volontà, non ne disporrai per questa volta, io sarò tranquillissima.