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io la facessi mai leggere a te, si è trovato il modo di darti la notizia per mezzo di Carolina. Che infamie!
— L’ho capito benissimo, sai, che il ricapito era a Carolina, ma che la lettera era scritta per me! Io, per altro, non le ho detto nulla di questo mio pensiero, ed ella è ancora tutta sconcertata da quelle raccomandazioni caritatevoli, e giura che il cavalier Valenti essa non lo conosce neanche di vista. Sfido io! Ella è sempre nelle camere di servizio, e l’unica volta che il cavaliere Valenti è venuto a portarci il suo biglietto di visita, lo ha ricevuto il servitore. —
— L’hai tu, questa lettera?
— Sì, eccola qua; l’ho tenuta io, per il nome che c’era scritto, e che non deve rimanere in mano di una cameriera. Volevo bruciarla, dopo averla mostrata a te.
— Benissimo fatto; — disse il Manfredi. — Io nondimeno la conserverò insieme con la mia, per confrontare i caratteri.
— E dimmi, babbo; nella tua... si parla anche di Carolina?