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che il nome, e che appunto per questo si ricordano con maggior reverenza, anzi con venerazione. Che cosa ho trovato, invece? Un gentiluomo, un perfettissimo gentiluomo, più vero di tutte quelle immagini della mia infanzia, più grande e più giovane della sua fama. E vuoi che io mi spaventi di ciò che quest’uomo ha da dirmi? Non mi dirà, ne son certa, che delle cose gentili, delle cose piacevoli, come me ne ha dette tante iersera.
— Ah, bambina! — esclamò il senatore Manfredi, non potendo, con tutta la sua tristezza, trattenersi dal ridere. — E se egli ti chiedesse....
— Oh Dio! La mia mano? Col tuo permesso, gliele darei tutt’e due. È questo che ti turba?
— Sì questo.
— Ma che c’è? — ripigliò Gabriella, accostandosi. — È egli forse diventato meno nobile, meno buono, meno degno di te?
— No, Gabriella, no; ma vedi? l’uomo per cui egli verrebbe a chiedere la tua mano.... io non so se sarebbe intieramente degno di te.