Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/228


— 220 —

di processo verbale? L’ho ricordato e mi han detto di sì; ho accennato ai considerandi, nella forma che aveva detto tuo zio, e mi han detto di sì; tu sei capitato, io ho incominciato a scrivere, e il resto ti è noto. A me pare la cosa più naturale del mondo, che si ammetta di veder scritto quel che si è detto, e che a quel che si è detto si apponga la firma.„

— Ti dico che c’è qualche cosa, qui sotto; — replicò il Gonzaga.

— Eh, infine, non ci vorrà molta fatica a capirlo; — disse Arrigo. — Per esempio il timore di aver da incrociare il ferro con te.

— Lo aveva pure voluto! — osservò l’altro, facendo una spallucciata.

— Non credo. Aveva un pochino di stizza in corpo; ha cominciato a parlare; tu l’hai stretto al muro, ed egli si è trovato dentro senza avvedersene. Ma poi, ripensandoci a mente fredda, ha fatto i suoi calcoli per dare ed avere; ha notato che tu eri preponderante, con quella tua statura, con quelle spalle da Ercole, e che gli avresti spezzato con un colpo il suo giuochetto da tiratore mingherlino. Po-