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cheduno? E chi era costui? La contessa, insistendo sulla necessità di parlare con la fanciulla prima di rivolgersi al padre, confidava forse che il signor Cesare non avrebbe ardito di commettere questa violazione delle buone costumanze sociali; ma ella in ciò s’ingannava, poichè Cesare si era già rivolto al padre ed aveva anche ottenuto licenza di esplorar l’animo della figliuola, nè certamente si sarebbe astenuto dal farlo. Ma se davvero Gabriella gli rispondeva in quel modo, che con tanta sicurezza pareva pronosticargli la contessa di Castelbianco, povere combinazioni architettate da Arrigo Valenti, e poveri sogni vagheggiati dallo zio! Perchè, infatti, anche lui ci aveva posto l’animo, e in due giorni di riflessione si era innamorato della sua parte. Se da principio la crudeltà di Arrigo verso la contessa Giovanna aveva ferita la sua fibra di antico cavaliere, ciò ch’era avvenuto in quei due giorni pareva fatto a bella posta per levargli quella fisima dal capo e condurlo a desiderare più che mai il matrimonio del nipote con la signorina Manfredi.