Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 208 — |
— Non conoscevo questa distinzione. È indiana, forse?
— Non so, ma potrebbe anche darsi; — disse il Gonzaga, ridendo. — È tutto indiano, in Europa: lingua, civiltà, superstizioni, sciocchezze.
— Ella è di buon umore; — ripigliò il conte Pompeo. — Ecco un augurio che val quello del piè sinistro. Aggiungo i miei, e caldissimi.
— Grazie, e a rivederci.
— Dove? Quando? Va dai Manfredi, stasera?
— Forse... anzi, senza il forse.
— Bene! Ci darò una capatina ancor io. Buon giorno, Gonzaga. —
E se ne andò finalmente, saltellando nel modo che sapete. Era leggero sempre, il conte Pompeo; ma dopo quella conversazione, che fu una particolare fatica di Cesare Gonzaga, era anche più leggero del solito.