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quando il nostro bel cavaliere ha incominciato a perdere la pace del cuore?
— Che ne so io? — disse il Gonzaga. — Per passare dall’ammirazione all’amore, e da questo a una risoluzione matrimoniale, ci sarà pur voluto il suo tempo. Se mi ha chiamato dieci giorni fa, mettiamo pure che da quaranta ha lo spirito afflitto. Quaranta giorni, come a dire una quaresima!
— Gli auguro buona Pasqua; — rispose il conte Pompeo. — Fortunato briccone! Ma badi, Gonzaga mio, badi bene! Ora capisco una cosa.
— Ahi! — pensò Cesare Gonzaga. — Questo qui mi capisce troppe cose, quest’oggi!
— Sì, veda, pensando alla lettera anonima...
— Che ella mi regalerà per la mia collezione.
— Oh volentieri! Eccola. Pensando dunque alla lettera anonima, mi viene in mente che sia da vederci la mano di un nemico di Arrigo.
— Eh, lo avevo pensato ancor io.
— Scusi; — ripigliò il conte; — ella ha