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una dama può escire per cose da nulla, come ce ne hanno tante le dame; non se ne ricorda, e dice di essere rimasta in casa; l’ha detto, e non le piace disdirsi. C’è da farle un processo, per questo? Abbia fede nelle donne, signor conte; è ancora il miglior modo per vivere in pace con loro e con sè. Quando non abbia questa fede, sospetterà di ogni cosa; e a questo giuoco anche una Genovieffa di Brabante ne andrebbe di mezzo.

— Verissimo! verissimo, quel ch’ella dice! — gridò il conte Pompeo, rianimandosi. — Ed è anche un consiglio da gentiluomo. Ritornerò a casa, e non domanderò a mia moglie se è uscita quest’oggi.

— Perchè quest’oggi? Ci sarebbe qualche altro sospetto?

— C’è di peggio, e quasi mi vergogno di confessarglielo. Consigliato dalla lettera anonima, avevo teso una trappola, dicendo, prima di escire: il cavalier Valenti, quest’oggi, ha un duello. A proposito, e questo duello? Suo nipote mi ha detto che non c’è nulla di vero. S’ha a credere? Anche questa sarà un’invenzione?