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zaga! A lei, amico di ieri, io son venuto a dar noia, come se la conoscessi da anni.
— Non badi a queste inezie. Se sono un amico, poco importa la data.
— È giusto; ed io, vede, ho bisogno di parlare con qualcheduno che mi capisca, che possa mettermi un po’ di calma nello spirito. C’è stato un momento quest’oggi, che avrei dato del capo nei muri.
— Povero conte! La intendo; — disse il Gonzaga. — La gelosia è l’inferno dell’anima.
— L’ha provata anche lei?
— In altri tempi, sicuro; bisognerebbe non esser uomini, per non esser passati di lì. Ma sentiamo, mi dica... che cos’altro la turba?
— Una passeggiata mattutina della contessa. Perchè oramai non c’è dubbio, — disse il conte, — Giovanna è uscita di casa, quantunque m’abbia detto di no. E veda, a farlo apposta, la lettera mi dice che Giovanna veniva... dove? proprio dove anch’io avevo creduto di vederla.
— E questo, per l’appunto, — chiese il