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Happy fece un gesto di meraviglia, e, se volete, anche di orrore.
— Debiti, il mio padrone? Ohibò! Queste cose si lasciano ai figli di famiglia.
— Ah! tu dici?... Ma sai che mi levi un gran peso dallo stomaco? Sul serio, non ha debiti?
— Neanche per sogno. E chi ha potuto darle ad intendere una simile sciocch... Oh, scusi, illustrissimo!
— Dilla, dilla intiera; — replicò il vecchio giubilante. — E prendi quest’altro, in ricompensa della tua buona notizia. È un Luigi XVIII; servirà per la raccolta. Non ha debiti, dunque? Ma sai che è una maraviglia?... —
Il servitore si strinse nelle spalle, dopo avere intascato religiosamente la seconda moneta.
— Ma che debiti! — esclamò. — Roba d’un secolo fa. Chi è che fa debiti, ora? Il mio padrone ha crediti, e molti; oserei dire fin troppi. —
Il Gonzaga fu per mettere la terza volta le mani al taschino, ma si trattenne, per non dare nella caricatura.