Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 181 — |
— È troppo giusto; — rispose Arrigo. — E tu vedrai che le cose sono precedute nei termini della più stretta cavalleria. Ci siamo abboccati coi signori barone di Gleisenthal e duca di Roccastillosa; due bravi giovani, che a tutta prima stavano molto tirati, ma, quando noi abbiamo detto loro di esser pronti a scendere sul terreno, ci son divenuti di pasta frolla. Si era venuti alla scelta delle armi. “Chi è lo sfidatore?„ ci siamo domandati a vicenda.
— Io, perbacco! — interruppe il Gonzaga.
— E questa tesi sostenemmo noi. Ma essi dimostravano di essersi avanzati primi a cercare di noi. Ad ogni modo, perchè noi volevamo essere gli sfidatori, ma lasciavamo a loro la scelta delle armi, essi dovettero riconoscere la delicatezza nostra, di voler vincere un punto, ma senza trarne veruna conseguenza a noi vantaggiosa. Per altro, ci han detto, e non senza ragione: “Si può egli accettare un simile atto di cortesia? non sarebbe meglio che, lasciando da parte sfidati e sfidatori, mettessimo la quistione sul vero terreno suo, tra provocati e provocatori? Stabi-