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curiosità a quella parte del quartiere di Arrigo, nella quale non era mai penetrato, ma ritornò anch’egli indietro, precedendo il Gonzaga, che faceva per allora da padrone di casa, e voleva ad ogni costo esser l’ultimo.
Come fu nella stanza vicina, che era la sala da pranzo, il vecchio soldato diede una rifiatata di contentezza.
— Dunque, zio, eccoci qua; — disse Arrigo. — Torniamo ora dalla nostra missione.
— Scusami, ora ne parleremo; — rispose il Gonzaga. — Ho dimenticato una lettera incominciata.
— Lasciala pure; Happy è un uomo scrupolosissimo.
— Sì, ma le lettere non suggellate debbono ad ogni modo essere chiuse. Vado e torno. —
Ed escì, ma non per andare a chiudere la lettera, bensì per aver modo di ritornare indietro, e chiuder l’uscio di comunicazione, senza aver l’aria di usar precauzioni davanti ad un terzo.
— Vedi che uomo è mio zio! — disse Arrigo al Ceprani. — Ha una quistione d’onore,