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venire insieme. Signora, io esco, per andare a sentire questi due, ed anche per tirarli in un’altra camera, più lontana di qui. Ella esca liberamente, e vada ad aspettarmi da madame Duplessis.
— Signor Cesare, come le dimostrerò io la mia gratitudine?
— Le risponderò come madame Duplessis; — disse il Gonzaga, sorridendo. — Questo è un servizio molto grande, e non ha prezzo. Piuttosto non mi tradisca... non mi rinneghi, con la mercantessa di mode, dopo che io ho dovuto inventare quella frottola... e ne arrossisco tuttavia. —
Quando il signor Cesare Gonzaga escì dalla camera, Arrigo, seguito dal Ceprani, stava per entrare nella sala vicina, non badando alle occhiate di Happy, che voleva trattenerlo. Il Gonzaga giunse in tempo per costringerlo a ritornare indietro, impedendogli di sentire il rumore che nelle stanze attigue faceva madame Duplessis, con le sue scatole e casse di mercanzia.
Orazio Ceprani diede una lunga occhiata di