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ricerche cavalleresche, e perdette una stupenda occasione di offrire il braccio a Gabriella. Il fortunato fu presso di lei il loquace collega di suo padre, quello degli antichi Romani, non potuti smaltire.

Pochi minuti dopo, due amici del conte Guidi, il baroncino di Gleisenthal e un duchino di Roccastillosa, si accostarono con molta circospezione ad Arrigo Valenti e gli dissero:

— Cavaliere, siamo stati incaricati dal conte Guidi di una commissione poco lieta, ma necessaria, presso vostro zio, il marchese Gonzaga. E voi probabilmente....

— Sì, ho capito; — rispose Arrigo con aria infastidita. — Son io l’incaricato di mio zio; e Orazio Ceprani, qui presente, è il mio collega. Domani, cioè quest’oggi, perchè oramai siamo al tocco, ci vedremo dove e quando vorrete.

— Al caffè di Venezia, verso lo tre, vi fa comodo?

— Ottimamente.

— E chi arriva primo, aspetta: non ci met-