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brogliandosi nel giuoco dell’avversario, — per le guerre in cui si difende l’onore del proprio paese....

— Avanti, avanti! — ebbe l’aria di dirgli col gesto il Gonzaga.

— Sì, queste, — continuò il Guidi, — e le altre che si combattono, come diceva lei, per una nobile causa, e giusta, aggiungo io, son quelle che fruttano il premio.

— Correggo quel “giusta„; — rispose il Gonzaga. — Non s’intendono cause nobili, se non sono intimamente giuste. La nobiltà è la bellezza estrinseca della giustizia. Ma chi le dice che le cause per cui io posso aver combattuto non fossero giuste? —

Così dicendo, il Gonzaga aveva l’aria di soggiungere dentro di sè: — Ci sei, bel figurino, non mi scappi più.

— Ma... — replicò il Guidi, oramai trascinato a tutta corsa, come un povero cavaliere staffato. — Perchè in India, dov’ella è stata trent’anni, come ho sentito dire, non erano che guerre d’aggressione e di spogliazione.

— Che ne sa lei? Dato il fatto delle razze