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rebbero dolersene, come di una grossa scortesia; ma tra i primi scortesi c’è il marito, il babbo, il fratello, il cugino; e allora si prende la cosa in burletta, e si fa, per proposta della dama più allegra, una levata in massa. Le belle abbandonate vanno attorno per le sale, contente di fare un po’ di chiasso anche loro; e qualcheduna più ardita, penetrando nel fumatoio, non dubita, ad onta della sua abbigliatura di raso color crema, o di stoffa argentata, non dubita, dico, di prendere una spagnoletta e di fumare, non già come un Mongibello, che sarebbe troppo, ma come un grazioso vulcanetto delle isole Lipari.

— In fondo, hai fatto bene; — diceva il conte di Castelbianco al conte Guidi. — Erano due ragazzi; e se per caso si facevano male, che strilli!

— Che è stato? Una disgrazia? — chiese il tormentatore di Andrea Manfredi.

— No, un duello; ma il nostro Guidi, gran cavaliere e mastro di campo, ha tutto accomodato, con soddisfazione universale.