Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 149 — |
— Signorina, ahimè, noi non ci siamo più, questa sera.
— O come? — diss’ella, guardandolo con aria di stupore. — Sarebbe forse... altrove?
— Eh? — ripigliò il giovanotto. — Un triste presentimento mi dice che potrei esser cacciato molto lontano.
— Perchè?
— Perchè, — rispose egli, sospirando, — io non sono, come vorrei, un principe orientale, un personaggio delle Mille e una notte, un Sindbad, un Aladino, un Arun el Rascid.
— Non so chi siano tutti questi signori, perchè non ho letto il libro; — replicò freddamente Gabriella, che aveva capita l’allusione, — ma mi pare che ella voglia essere troppe persone ad un tempo. —
Il conte Guidi si accorse di essere andato troppo oltre, e ripigliò tutto confuso:
— Perdoni, signorina; in questo momento non so più quel che dico. —
Era ancora un bel modo di escire dal ronco; ma per quella volta non gli valse. Gabriella Manfredi, non avvezza a tanta confidenza di