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quale un osservatore della “scuola ereditaria„ avrebbe trovato una eccellente occasione per dimostrare che in lei operava il sangue di sua madre. Noi, più timidi in materia di asserzioni, vi diremo semplicemente che Gabriella Manfredi era commossa, turbata, soggiogata da quel fiero e nobile uomo, il quale da tanti anni era tipico in casa sua, e quasi leggendario per lei.

Nelle famiglie qualche volta ci sono, questi numi tutelari e viventi, immagini rispettate e care di amici lontani nello spazio e nel tempo, a cui si ricorre col pensiero nei momenti solenni, di cui si citano i detti memorabili e le azioni virtuose, come se già si trattasse di uomini che la morte ha consacrati e la storia circondati di una aureola luminosa. “Questo egli disse, questo egli fece; conformatevi all’esempio di valor singolare, di onestà incomparabile, di sacrificio sublime„; ecco l’ammonimento dei vecchi, che nel ricordo dell’amico venerato si sentono riviver essi medesimi con la loro fiorente giovinezza,