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— Neanche in tasca?
— Oh, questo poi sì.
— Ottimamente; vedo che la sai lunga, giovinotto! Ma il tuo padrone....
— Vado ad annunziarla subito. Vuol essere contento il cavaliere, quando saprà che è arrivato suo zio. Da tre giorni l’aspetta con impazienza.
— Eh, lo credo; va dunque. —
Il servitore si avviò sollecito, con una gran voglia di fregarsi le mani.
— Ecco uno strano capriccio; — pensava egli. — Non vuole esser chiamato marchese. Capisco che potrebbe pretendere il titolo di duca. Ma infine, certi nomi storici hanno il titolo sottinteso. —
Fatta questa peregrina scoperta, il signor Happy (pronunziate Hèppi) si allontanò dallo studio. Rimasto solo, il signor Cesare Gonzaga, non marchese, nè duca, si avvicinò alla finestra, tanto per fare qualche cosa, aspettando.
— Chi conosce più Roma, specie da queste parti? — mormorò egli, guardando la strada.