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— Anzi, veda fin dove giungo, i due che conosco mi hanno resa molto difficile con gli altri. Quando ne incontro uno, che vuol comparire un miracolo di uomo (e l’hanno tutti, questa bella pretesa!) io dico subito tra me: sarà egli un uomo di cuore, un nobile carattere, un cavaliere antico, come il babbo, e come Cesare Gonzaga? —

La fanciulla parlava con una grazia ingenua, con un’anima, con una effusione di cuore, che l’avreste abbracciata, divorata dai baci, se fosse stata una bambina di sette anni. Davanti alla sua età, vi sarebbe mancato il coraggio di far tanto (non la voglia, perbacco!) e vi sareste inginocchiati. Cesare Gonzaga non fece nè l’una cosa nè l’altra; ma i suoi occhi ebbero lampi di tenerezza infinita, che valevano i baci e le genuflessioni.

— È bello, — diss’egli, — sentirsi parlare così; bellissimo sarebbe meritarlo. Ma io ricorderò in buon punto, signorina, che nessuna età dispensa l’uomo dalla modestia. Vedrei tanto volentieri suo padre! È forse uscito?

— Non credo. Sarà forse di là, impegnato