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— La sposi; — disse il Guidi, seguitando a tormentare i suoi baffi. — Se Gabriella si contenta.... Ma questo mi par più difficile. Qualche volta le ricchezze non bastano, a strappare quel benedetto sì.
— Eccoci dunque al nodo dell’azione; — rispose il Ceprani. — Il marchese Gonzaga è stato un grande amico di gioventù del senatore Manfredi.
Capisci ora perchè è venuto a Roma, lasciando il suo castello sul Reggiano, dove stava godendosi i frutti dei suoi laks di rupìe? Lo zio Pilade parla in nome dell’antica amicizia ad Oreste; oppure, se ti piace meglio un altro paragone, viene, vede e vince, da quel Cesare ch’egli è. Questo ho scovato io, osservando, raffrontando, e traendo la conseguenza. Ma bada, io non ti ho detto nulla.
— Non dubitare; — rispose il Guidi. — Ma che ne penserà la contessa? —
Orazio Ceprani si strinse nelle spalle e allungò il muso.
— Questo non l’ho indovinato; è uno dei tanti arcani che dovrò ancora scoprire. Sta-