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cioè di un giovanotto che le faceva la corte anche lui, ma che non pareva egualmente gradito. Ora, che altro poteva essere, perchè la fanciulla guardasse tanto nel crocchio della contessa Giovanna? Anche lui, giovane dai capegli neri e lucenti, dai baffi lunghi, sottili e nerissimi, che spiccavano sul pallore fresco delle guance, contemplò quel signore, alto e forte, dai baffi grigi, e dagli occhi scintillanti, cui dava anche un risalto più vivo la sua carnagione abbronzata dai soli indiani. Vestito in falda nera, col grande sparato bianco sul torace, Cesare Gonzaga aveva ripigliata l’aria del gran signore, ma di un gran signore che avesse fatto lungamente il soldato. Bell’aria marziale, che col crescere degli anni acquista in serenità tutto quello che perde in baldanza, e vi dà, florido ancora entro i confini della maturità, quel nobile tipo soldatesco, il cui solo aspetto dice un mondo di cose, la dignità della vita, la gagliardia virile dei propositi, le aspre fatiche e i rischi memorandi! Ha grigi i capegli, ma li ha salutati il cannone e incoronati la vittoria; ha