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soldi neppure per vedere uno elefante, che a me sembra tuttavia piú grossa bestia che non la vera spiegazione d’una coperta antica di un libro.

Ma io sono stato un po’ troppo sulle burle con questo dittico. Lasciatemi dunque parlare anche un poco sul sodo e da buon piemontese, e discorrerla cosi in generale sopra questa epidemia, sopra questa vera peste che da un mezzo secolo va serpendo, anzi pure inondando tutta la dotta Europa. Non è egli una vergogna, un peccato, un vitupero, che tanti uomini dotati da Dio di molto ingegno lo buttino via cosi malamente, cercando con tante veglie e con tante fatiche di penetrare in tante antiche frivolezze e puerilitá? Supponiamo un poco che un qualche dotto romano antico risuscitasse a’ giorni nostri : e che credete voi che direbbe, vedendo occupati e perduti cento, dugento e trecento autori, e migliaia e migliaia nello scrivere e tornare a scrivere de’ libri e de’ libri per indovinare il significato d’un bassorilievo, d’un cammeo, d’una lapide e di cotal altra frivola cosa? Quanto non riderebbe in vedere tanta buona gente sudare gli anni e gli anni per restituire un passo mancante d’uno scrittore antico; per fissare un’epoca o un punto cronologico che non accresce o diminuisce l’antica storia; per penetrare il vero senso d’una frase che a noi parrá oscura e che in diebtis illis fu. per avventura chiarissima? Quanto non si stupirebbe vedendo poi tal gente non istudiare neppure superficialmente le leggi e gli usi della propria patria, dover principale d’ogni onesto cittadino quando il può fare; non applicarsi punto a dare qualche nuovo lume intorno al commercio, all’agricoltura, alle meccaniche e ad altre simil cose; non pensar mai a scrivere qualche util libro contro gli abusi e contro i mali costumi che si vanno introducendo o che giá sono miseramente introdotti nel loro paese? Ma quanto poi non si sganascerebbe dalle risa un qualche coetaneo del re Porsenna, se con quel romano risuscitasse anch’egli ogg^ e sentisse dire che un bello spirito fiorentino, deg^o membro della celebrandissima e dottrinevolissima accademia cortonese, si vanta d’avere dopo uno studio di vinticinque anni saputo fare un distico nella antichissima lingua