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52 PREFAZIONI E POLEMICHE

recitativi determinati per ciascuno; provisi un altro ad essere cosi espressivo, così nobile, così dolce, così amoroso, così vario e così pieno di bei documenti e sentenze come il Metastasio è; e poi lo critichi, ché gliela perdono. Io sono di sentimento che non ne verrà mai più un altro tale in quel suo genere, e in una parola lo giudico poco al di sotto del gran Cornelio e molto al disopra di Racine. E qui, giacché viene in taglio, dirò che da molti francesi Racine non solamente è agguagliato a Cornelio, ma posto anzi un grado più alto; ed io gli ho per poco meno che pazzi quanti e’ sono, che gli è vero che Racine è molto più corretto ed esatto nella lingua che non Cornelio, ma i suoi romani, i suoi macedoni, i suoi indiani, i suoi greci ed i suoi turchi stessi tutti sono francesi; e poi quel loro sospirare e piangere continuamente, quelle lor seccaggini d’amore non solo a lungo andare mi spiacciono, ma mi muovono nausea e mi saziano di troppo. Racine di rado, di radissimo s’alza e dà nel grande e nel sublime, ed è sempre uguale, sempre va terra terra; e se nelle sue poche tragedie non ha i difetti del Pertarite e dell’Agesilao, è lontano altresì, lontanissimo dall’avere le maravigliose bellezze della Rodoguna, dell’Orazio, del Cinna, del Pompeo, del Nicomede e dell’altre belle incomparabili tragedie di Cornelio. Il quale, e per feconda invenzione e per elevata fantasia e per una certa forza di ragionare tutta sua, si lascia indietro assai e Racine e tutti gli altri tragici francesi, fra i quali ve ne ha alcuno che io sarei tentato di anteporre a Racine. L’Atalia e l’Esterre di Racine sono, a mio giudicio, le due sue più belle tragedie, sparse di frasi e di sentenze tolte da’ santi libri; ma tuttavia sono molto inferiori al Poliutte di Cornelio. E per conchiuderla io chiamerò sempre Racine il poeta delle dame e Cornelio il poeta, anzi il maestro degli uomini. Ma, signor conte, non venite a cercar Cornelio nella mia traduzione, che voi non vel troverete certamente; non mica perché io abbia tanto cattiva opinione de’ fatti miei che io non creda non averlo ben tradotto quasi dappertutto, ché se non avessi creduto avere qualche poca d’abilità, non mi sarei accinto mai a questa impresa, e liberamente dirò che in molti luoghi le mie