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34 PREFAZIONI E POLEMICHE

tragedia e di commedia che a me quadrano assai poco. Il Gravina, verbigrazia, in quel suo Discorso sopra l’«Endimione» del Guidi, pastorale molto magra e che, come le altre poesie altissime di quel poeta, è ormai uscita della memoria di tutti i conoscitori della vera poesia, dice di belle e di eruditissime cose al suo solito; ma e’ mi snocciola poi anche questa, intorno a cui io ho le mie difficoltà. Queste sono le sue parole:


Colui a cui viene in talento di tesser favole in versi, dee scegliersi numero tale che alteri quanto meno si può la naturai maniera del parlare, per non allontanarsi affatto dal vero. Perciò i comici e i tragici antichi scelsero il verso giambo, avendo osservato che era il più frequente a trascorrer ne’ comuni discorsi degli uomini. Nella nostra lingua, la quale è assai tralignata dalla sua stirpe, non si ravvisano si fatti metri, e solamente col verso sdrucciolo si potrebbe in qualche maniera imitare l’uso del giambo antico; il che con molto artifizio e senno ha fatto Lodovico Ariosto nelle sue commedie.


Eccovi, signor don Remigio mio, una pensata di Gravina, cioè d’un uomo de’ più grandi che abbia mai prodotto la natura, e una pensata la quale ha le sue belle e buone artigliarie greco-latine dinanzi e da fianco; e pazza cosa sarebbe riputata il pretendere di mostrare che ella non è molto dritta, massimamente che molti dotti uomini, fra i quali alcuni vivono ancora, portano la medesima opinione che si abbia ad adoperare nelle tragedie e nelle commedie «numero tale che alteri quanto meno si può la naturai maniera del parlare»; e si l’hanno detto a tanto di lettere che il verso sciolto è quel solo che debbasi usare nelle tragedie, e lo sciolto o lo sdrucciolo sciolto nelle commedie.

Né tutti que’ che hanno di ciò scritto a’ di nostri, per quanto è a me noto, hanno avuta altra contesa fra d’essi, se non che altri sostiene che si possano nelle tragedie usare alternatamente ed a capriccio settesillabi ed endecasillabi, ed altri i soli endecasillabi vi vuole. Ma se voi mi domandate da quale dei due partiti io tenga, ve l’ho io a dire, don Remigio? Né dall’uno né dall’altro. Signor no; né il Gravina né seco tutti quelli che